ANTIGONE
di Sofocle
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Morti uccidendosi a vicenda in uno scontro per ottenere il potere, ai due figli di Edipo, Eteocle e Polinice, spettano sorti diverse a seguito di un editto proclamato dallo zio dei giovani, in nuovo sovrano Creonte: mentre il primo sarà seppellito, al secondo verranno negati gli onori funebri, in quanto responsabile dell'assalto contro la propria città.
A questa decisione di oppone Antigone, sorella di Eteocle e Polinice, in nome delle leggi non scritte degli dèi, della Giustizia, dell'alto senso morale e della totale e viscerale dedizione al proprio génos.
In questa tragedia, rappresentata per la prima volta ad Atene alle Grandi Dionisie del 442 a.C., Sofocle intreccia riflessioni sulle opposizioni tra vita e morte, 'maschile' e 'femminile', rigidezza e flessibilità morale.
Direzione drammaturgica: Elisabetta Matelli
Regia: Christian Poggioni
Riallestimento: Eri Çakalli
Musiche: Paolo Tortiglione
Canto: Lucia Amarilli Sala
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